Spreco alimentare negli Stati Uniti

Di Alessandro Pedrini 

LO SPRECO ALIMENTARE NEGLI USA: INTRODUZIONE


Lo spreco alimentare è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico, responsabile dell'8% delle emissioni globali di gas serra, e rappresenta un problema etico, ambientale ed economico, soprattutto nei Paesi ricchi come gli Stati Uniti. Nel 2021, negli USA sono stati prodotti 91 milioni di tonnellate di cibo in eccesso (38% della produzione totale), con un valore di 444 miliardi di dollari e una media di quasi 250 kg di cibo sprecato per persona. Nello stesso anno, oltre 33 milioni di americani vivevano in insicurezza alimentare, ma solo il 2% del cibo sprecato è stato donato. Le famiglie sono i principali responsabili dello spreco, seguite da agricoltura, industria, distribuzione e ristorazione. Questo surplus ha generato 372 milioni di tonnellate di CO₂, pari al 6% delle emissioni statunitensi. Per ridurre lo spreco, è necessario un cambiamento culturale e maggiore consapevolezza del valore del cibo.    

STRATEGIE E AZIONI CONTRO LA FOOD LOSS AND WASTE

Negli Stati Uniti, lo spreco alimentare è un problema rilevante con gravi conseguenze ambientali, economiche e sociali. Si distingue tra perdita alimentare (nelle fasi iniziali della filiera, più comune nei Paesi in via di sviluppo) e spreco alimentare (nelle fasi finali, soprattutto domestico nei Paesi sviluppati). Ogni anno vengono sprecate 931 milioni di tonnellate di cibo, di cui 570 milioni nelle abitazioni, equivalenti a 74 kg per persona.

Sprecare cibo significa anche sprecare risorse naturali importanti, come:

- 253 km³ di acqua potabile

- Grandi quantità di terreni agricoli deforestati

- Pesticidi e fertilizzanti impiegati inutilmente

Inoltre, lo spreco alimentare contribuisce al 6% delle emissioni globali di gas serra, anche a causa della decomposizione degli alimenti nelle discariche.


LE INIZIATIVE ISTITUZIONALI

Per affrontare il problema, la Commissione Europea ha annunciato nel 2023 una proposta legislativa coerente con la strategia Farm to Fork e con l'obiettivo SDG 12.3 dell'Agenda 2030, che mira a dimezzare lo spreco alimentare globale. Anche gli Stati Uniti stanno agendo, introducendo linee guida per ridurre lo spreco e promuovere la donazione del cibo invenduto.


LA SITUAZIONE NEGLI USA

Negli USA, ogni anno viene sprecato dal 30% al 40% del cibo prodotto, per un valore di circa 408 miliardi di dollari, pari al 2% del PIL. Questo contribuisce anche al 4% delle emissioni nazionali di gas serra. La pandemia ha peggiorato la situazione, aumentando le difficoltà nella gestione degli alimenti.

LE 5 PROPOSTE PER RIDURRE LO SPRECO ALIMENTARE

Il rapporto "A Call to Action on US Food Loss & Waste Policy" suggerisce cinque azioni concrete per ridurre la FLW:

  1. Prevenire e ridurre i rifiuti in discarica.

  2. Favorire la donazione del cibo in eccesso con incentivi.

  3. Mostrare leadership investendo in ricerca e innovazione.

  4. Educare i consumatori, soprattutto a livello scolastico.

  5. Uniformare l'etichettatura delle scadenze per ridurre sprechi inutili.

LA DONAZIONE ALIMENTARE DEL NUOVO CODICE FDA

Nel 2022, la FDA ha aggiornato il Codice Alimentare includendo e incoraggiando la donazione di alimenti, all'interno della strategia nazionale contro fame e malnutrizione.

SPRECO ALIMENTARE NEGLI STATI UNITI: UN PROBLEMA DI CALORIE, RISORSE E CONSAPEVOLEZZA

Ogni anno negli Stati Uniti viene sprecata una quantità enorme di cibo, che in termini calorici sarebbe sufficiente a sfamare l'84% della popolazione adulta. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of the Academy of Nutrition e guidato da Roni Neff della Johns Hopkins University, tra il 31% e il 40% del cibo prodotto negli USA viene buttato, con una media di 1.200 calorie sprecate al giorno per persona. Questo spreco rappresenta una perdita non solo economica, ma anche di nutrienti e risorse preziose.

Il fenomeno non è esclusivamente americano: anche in Paesi come l'Italia e il Regno Unito lo spreco è elevato. In Italia, ogni famiglia getta via circa 145 kg di alimenti all'anno, mentre nel Regno Unito si arriva a un valore economico medio di 826 euro per nucleo familiare.

LE CAUSE PRINCIPALI DELLO SPRECO ALIMENTARE INCLUDONO:

- Percezioni errate sulla qualità del cibo, che portano a scartare alimenti ancora commestibili;

- Confusione sulle etichette di scadenza, spesso mal interpretate come segnali di pericolo;

- Maggiore scarto di cibi deperibili, come pesce, frutta e verdura, per motivi estetici o di freschezza.

Per contrastare questo problema, il governo statunitense ha fissato l'obiettivo di dimezzare lo spreco entro il 2030.

LE SOLUZIONI PROPOSTE INCLUDONO:

- Valorizzare i prodotti imperfetti ma ancora buoni da mangiare;

- Educare i consumatori al corretto significato delle date di scadenza;

- Promuovere un consumo più consapevole, meno influenzato dall'aspetto esteriore del cibo.

Ridurre lo spreco non è solo una scelta etica: significa salvaguardare l'ambiente, risparmiare risorse e contribuire a combattere l'insicurezza alimentare.


FONTE= https://www.wired.it/economia/2016/04/22/spreco-alimentare/ 

ULTIMA CONSULTAZIONE=12/05/2025

 FONTE= https://tg24.sky.it/ambiente/2017/06/01/spreco-alimentare-stati-uniti 

ULTIMA CONSULTAZIONE=6/05/2025


LO SPRECO ALIMENTARE NELLE FAMIGLIE AMERICANE: UN PROBLEMA DA MILIONI DI DOLLARI

Negli Stati Uniti, ogni anno le famiglie sprecano in media un terzo del cibo acquistato, per un valore complessivo di circa 240 miliardi di dollari. Questo equivale a 1.866 dollari per ciascuna delle 128,6 milioni di famiglie americane. Per la prima volta, una ricerca è riuscita a misurare con precisione lo spreco domestico, offrendo riflessioni importanti dal punto di vista economico, sociale e ambientale.

UNA METODOLOGIA INNOVATIVA PER RIDURRE LO SPRECO

La ricerca, condotta dall'Università della Pennsylvania e pubblicata sull'American Journal of Agricultural Economics, ha utilizzato i dati del sondaggio nazionale USDA "Household Food Acquisition and Purchase Survey", che ha coinvolto 4.000 famiglie. Unendo informazioni sugli acquisti alimentari a parametri biomedici (età, peso, sesso), gli studiosi hanno stimato il fabbisogno nutrizionale di ciascun nucleo e lo hanno confrontato con le quantità effettivamente acquistate.

I risultati mostrano che in media viene sprecato il 31,9% del cibo, con oltre due terzi delle famiglie che buttano tra il 20% e il 50% degli alimenti. Nessuna delle famiglie coinvolte è riuscita a mantenere lo spreco sotto l'8,7%.

CHI SPRECA DI PIÙ?

In modo sorprendente, a sprecare di più sono le famiglie benestanti e quelle con un'alimentazione più salutare, probabilmente perché acquistano più alimenti freschi che si deteriorano più facilmente. Al contrario, le famiglie a basso reddito, in particolare quelle che usufruiscono di buoni pasto, risultano essere più attente a ridurre gli sprechi. Anche le famiglie numerose tendono a riutilizzare meglio gli avanzi.

Un altro elemento rilevante è la dimensione della famiglia: nei nuclei più piccoli, spesso si comprano porzioni eccessive rispetto al fabbisogno, ad esempio nel caso degli ortaggi. Per evitare questo, gli esperti consigliano di pianificare la spesa in modo più accurato.

IMPATTO AMBIENTALE

Lo spreco alimentare ha anche un forte impatto ambientale. Secondo la FAO, il cibo che marcisce ogni anno genera 3,3 gigatonnellate di gas serra, rendendolo la terza fonte mondiale di emissioni di CO₂, subito dopo Stati Uniti e Cina. Questo dato sottolinea quanto ridurre lo spreco possa contribuire concretamente alla lotta contro il cambiamento climatico.

FONTE IMMAGINE 1= https://www.istitutosurgelati.it/sprechi-alimentari-domestici/ 

ULTIMA CONSULTAZIONE=12/05/2025

FONTE IMMAGINE 2= https://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/stili-di-vita/2014/09/10/news/spreco_di_cibo_nel_mondo_la_colpa_delle_etichette_stefania_aoi-95408154/ 

ULTIMA CONSULTAZIONE=12/05/2025

FONTE= https://ilfattoalimentare.it/spreco-famiglie-americane.html 

ULTIMA CONSULTAZIONE=6/05/2025


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